venerdì 21 novembre 2014

Arriva Zemanlandia



Domenica arriva a Napoli il Cagliari di Zeman . L`allenatore boemo mi piace molto per il suo modo di vedere il calcio e di interpetrarlo, per quell`essere sempre se stesso e la quasi assenza di diplomazia, se fosse stato un po piú paraculo avrebbe certamente lavorato di piú sia in A che in grande squadre perchè è sicuramente un personaggio che attira l`attenzione e spesso le capacità di comunicazioni sono piú importanti di quelle da allenatore.
Ricordo ancora  la prima Zemanlandia divenuta famosa, il suo Foggia negli anni ottante era una squadra che fece lettermalmente sognare una cittá e che una stagione lottó proprio con noi per l’ingresso alla buonanima della Coppa UEFA. LA mia simpatia per Zeman peró non nasce sola, ha avuto un grosso aiuto da parte di Antonio Albanese ed il personaggio di Frengo che interpetrava magistralmente a  Mai dire Goal.



L`accoppiata tra la simpatia di Albanese ed il calcio spettacolo del Foggia furono un colpo di fulmine, per me che poi ho sempre sostenuto (tifato mai, tifo solo Napoli) tutte le squadre del Sud, era come andare a nozze. Anche il suo approdo prima alla Lazio e poi alla Roma riuscirono a farmi diventare accettabili queste due squadre (e voglio dire...). Una volta alla Roma l`evento che ha fatto innamorare molti di lui e che contemporaneamente lo ha cancellato dal calcio che conta, la famosa intervista in cui chiedeva che le farmacie stessero fuori dal calcio facendo come esempio l`incredibile e rapida crescita muscolare di Del Piero e Vialli. Il messaggio non era che solo la Juventus utilizzava farmaci, ma ancora oggi per molti l’obiettivo principale di quelle parole era attaccare i bainconeri. Divenuto un simbolo dell`antijuventinismo ovviamente ha diviso l`opinione pubblica calcisitica, in molti lo hanno eletto a proprio idolo, altri a nemico pubblico numero 1.
Ma, come scrivevo precedentemente, la mia passione per il boemo nasce dalla sua idea di calcio che si basa quasi esclusivamente sullo spettacolo e sulla ricerca della rete, la tattica si, ma finalizzata alla realizzazione, alla creazione di gioco e non solo alla distruzione. Il suo modo di giocare mi riconduce sempre alle partite con gli amici in ogni dove, davanti allo spiazo davanti alla Curva A, oppure sulla spiaggia, o su campetti affittati, dove ognuno aveva un ruolo ma in realtà si giocava per segnare, per cercare la giocata, per vincere si ma essendo protagonisti, in una parola per divertirsi. Ecco il gioco di Zeman lo racchiudo in una parola, divertimento e per ottenerlo lui richiede sacrificio (famosi i suoi metodi di allenamento), ma alla fine quanti sono i giocatori che grazie a lui sono diventati dei grandi campioni? Signori, Baiano, Totti, piú recentemente i tre “pescaresi” Immobile, Insigne e Verratti e  nel mezzo tanti tanti altri. Ma la cosa incredibile che il apprezzo piú di tutto il suo fondamentalismo tattico, nonostante sia la dote che piú disprezzo in Mazzarri e che meno sopporto di Benitez. Ma Zema puó, lui si, il suo 4-3-3 è come un marchio di fabbrica cosí come le partite totalmente folli che spesso contraddistinguono le sue squadre, con grandi recuperi o con grandi vantaggi scialacquati, impresso nella mia memoria un Roma-Inter-4-5 sicuramente una della partite piú belle da vedere nel calcio italiano degli utlimi 20 anni.
Quando il Napoli lo ingaggió non ci potevo credere, avremmo giocato un calcio spettacolare e avremmo fatto crescere dei giovani campioni, per poter costruire la squadra nel medio termine, visto che già si sapeva che la SSCN era piena di debiti. Ed invece no, solo 6 partite solo 2 punti ed un esonero paradossale con Palummella (ma ci rendiamo conto...) che lo annuncia in TV. Una mazzata per me. Ma onestamente si poteva sperare di applicare il gioco e sopratutto gli allenamenti di Zeman a giocatori ormai bolliti e che non avevano nessuna voglia di "faticare"?

Ma per queste sue idee radicali sullo spettacolo, per le sue capacità di insegnare calcio, di far crescere giovani calciatori, di andare a scovare campioni in campionati poco conosciuti e pardossalmente per un uomo che parla con un filo di voce, per le sue capacità comunicative che meriterebbe di vincere qualcosa a livello nazionale, due campionati di B ed uno di C sono poco per un allenatore come lui. Il giorno che vincerà qualcosa di importante vorrà dire che il calcio è ritornato alla sua dimensione di gioco e divertimento e spero che accada il prima possibile, ma dalla prossima settimana perchè prima il Napoli, che è un atto irrazionale e di fede e poi Zeman che invece é un atto razionale.
Quindi Forza Zeman, ma anche e sopratutto FORZA NAPOLI!!!

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